Presentazione libro “PIETRE” di Antonio Pileggi – trascrizione primo intervento di Chiara Geloni

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Roma 31 Gennaio 2019.

Mi chiamo Chiara Geloni. Sono una giornalista e sono qui perché l’autore del libro di cui parleremo stasera, Antonio Pileggi, che ringrazio, mi ha chiesto di dare la parola ai suoi ospiti.

È quello che farò senza farvi perdere troppo tempo con le mie parole perché non siete venuti per ascoltare me.

Vi dico solo rapidissimamente che questo libro Pietre della casa editrice Rubbettino, oltre l’autore è presente e fra poco interverrà anche l’editore (Florindo Rubbettino) che qui è seduto accanto a me, è un libro che raccoglie gli scritti di Antonio nel corso di una decina di anni.

Antonio, come sapete, è una persona che ha una grande passione per la scrittura anche se non si ritiene un giornalista o uno scrittore: dice che la sua scorta e scrittura è troppo burocratica perché risente della sua storia di funzionario della pubblica amministrazione, di provveditore agli studi, ma in realtà è una persona che sa usare la scrittura. Grazie anche a questa sua passione ci siamo conosciuti perché Antonio era solito proporre i suoi articoli attraverso Federico Orlando, e qualche volta direttamente attraverso di me, al giornale per cui lavoravo qualche anno fa: era un giornale che si chiamava Europa e che oggi, purtroppo come molti giornali, non esiste più.

In questo libro Antonio racconta varie storie.  È un libro, ci tenevo subito a dirvelo, che si può leggere anche per frammenti, per spigolature. Non è un giallo, quindi potete trovare degli spunti che spesso hanno una capacità, un po’ profetica, di intercettare l’attualità. Per esempio, c’è un articolo su una notizia che forse allora era una breve in cronaca che riguardava un giovane sconosciuto leghista consigliere comunale a Milano, non voglio svelarvi l’argomento, ma il consigliere comunale si chiamava Matteo Salvini. E questo gusto di guardarsi indietro ritrovando le tracce, le pietre che forse segnano il sentiero di alcune storie, poi assumono una luce nuova anche a rileggerle.

La storia più lunga e forse anche un po’ più articolata che Antonio racconta nella prima parte del suo libro, una storia che per fortuna è a lieto fine, è la storia della partecipazione nel votare no al referendum costituzionale del 2016. Questa è una storia a lieto fine in una serie di altre che non sempre lo sono perché chi, come Antonio Pileggi, si trova a scegliere di preservare una cultura, in questo caso la cultura liberale e di un metodo democratico, spesso in questo tempo si trova a fare battaglie di opposizione. Però a volte anche le battaglie di opposizione si possono vincere. E il referendum costituzionale, che è un altro di quei momenti nei quali ci siamo incontrati, è stata una storia appunto a lieto fine. Antonio racconta come la parte politica alla quale lui era più vicino in quel momento ha partecipato con una sua specificità ai comitati referendari. Con delle ragioni che erano figlie del suo metodo. La ragione politica principale del no dei liberali è stata una ragione molto giusta, secondo me: il progetto di riforma sottoposto a referendum diminuiva gli spazi democratici e di libertà dei cittadini. Noi spesso pensiamo che la rapidità, l’efficienza della democrazia anche a scapito di qualche procedura che ci sembra ridondante nella formazione delle leggi, nella gestione del consenso, sia una lungaggine, una lentezza. Invece è una ricchezza e consente qualche volta di correggere gli errori. E comunque consente una maggiore partecipazione.

Il libro, dopo questa premessa politica, segue alcuni temi. Ovviamente, in primo luogo, quello della scuola, che è stata la passione, la professione di Antonio Pileggi.

Ma poi anche altri come la pubblica amministrazione, la giustizia, aspetti sulla memoria e sulla cultura. Infine c’è una corposa appendice che racconta alcune vicende politiche più recenti del 2018. nelle quali Antonio Pileggi è stato non solo testimone. C’è un dialogo col Presidente Luigi Mazzella, che è presente anche lui stasera, e ci sono le postfazioni di Luciano Corradini, di Domenico Gallo e di Enzo Palumbo, (e la prefazione di Raffaello Morelli) che arricchiscono questo scritto.

Ecco, questo è il libro. Ma poi nel libro c’è molto altro. Ci sono cose che vengono dalla rete, dai social, e sono presenti interazioni a tutto campo di Antonio Pileggi con altre persone.

Per cominciare a parlare con gli invitati di questa sera, concludo questa premessa, che spero non sia stata troppo lunga, dando la parola al professor Gallo, magistrato e componente anche del Coordinamento per la democrazia costituzionale, autore di una delle postfazioni di “Pietre”.

Grazie.


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Antonio Pileggi
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