Il David del Bernini
Presso la Galleria Borghese di Roma, museo rigoglioso di opere d’arte merito del mecenatismo e del collezionismo del cardinale Scipione Caffarelli-Borghese, è possibile ammirare uno dei capolavori scultorei di Gian Lorenzo Bernini: il David.
Tra i personaggi biblici di maggiore ispirazione nel mondo dell’arte, si pensi in particolare alle opere di Michelangelo Buonarroti, Donatello e Caravaggio, il giovinetto che sarebbe diventato Re di Giudea ha impersonificato, nella celebre sfida contro il gigante filisteo Golia, il sogno di chi, sulla carta svantaggio, riesce a ribaltare ogni pronostico giungendo a vittoria insperata.
L’intelletto contro la forza, l’astuzia contro la dabbenaggine, l’umile approccio all’esercizio e allo studio della soluzione del problema, contro la sicumera bullesca, sono magistralmente condensati nella narrazione biblica e nelle diverse pose della raffigurazione artistica dell’evento circostanziato intorno al 1.000 a.C.
In particolare, l’opera del Genio del Barocco appare come quella capace di fotografare meglio il culmine del breve e risolutivo scontro tra il pastorello giudeo e l’imponente soldato.
Davide è immortalato nella tensione dei muscoli e nell’espressione concentrata di chi è pronto a lanciare con la fionda il sasso mortale contro il malcapitato. Tutto è incipiente: il gesto risolutivo, la vittoria, il futuro glorioso del “debole” (che concetto sempre mal attribuito dalla mente umana).
Quante volte nella storia si è ripetuto questo miracolo di cui la fede in Dio, rimarcata giustamente nel pensiero religioso, è solo parziale spiegazione? Quante volte l’intelligenza, la preparazione, la riflessione e lo studio delle cose hanno avuto la meglio? La civiltà ha tratto giovamento da questo approccio trionfando sulla barbarie, ma non sempre è stato così e, forse, i fatti odierni dimostrano che il mondo abbisogna di novelli Davide, dato il proliferare dei Golia nella società, nella politica, nel vivere quotidiano stesso.
La contemplazione del capolavoro del Bernini mi ha ispirato, qualche anno fa, una poesia che mi permetto di condividere qui di seguito e che è presente nel libro “Novembre”, pubblicato da Europa Edizioni:
DAVIDE
(Bernini)
Lo sguardo fisso verso l’orizzonte.
Nei muscoli tesi lo sforzo vivo
del cogliere l’attimo, del mirare
il destino in un rapido momento.
È carica la frombola del sasso
mortale, ancora ti è ignoto il futuro
glorioso. Nascerai come immortale
abbattendo il gigantesco terrore
della memoria ancestrale. Una pietra!
Un solo lancio! Le paure periscono
nella roboante caduta del corpo
bardato. Il Golia che terrorizzava
giacerà ai tuoi piedi. Una sola pietra!
Un solo lancio! E diverrai immortale.
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